Tinos è un’isola delle Cicladi che in pochi conoscono. Vicinissima a Mykonos geograficamente, ma incredibilmente lontana nell’anima. La definirei un’isola per viaggiatori, non per turisti. Distante dall’immaginario comune, non si preoccupa di nascondere il suo lato decadente e tutt’altro che patinato. Un’isola tranquilla e poco affollata, dove godersi le cose semplici e chiacchierare con i locali. Ideale da includere in un tour di più isole, come il nostro tra Amorgos e Paros.
COME RAGGIUNGERE TINOS E COME MUOVERSI SULL’ISOLA
Arrivare a Tinos è facile e veloce: una volta atterrati a Mykonos, i tempi di percorrenza in traghetto dal Porto Nuovo sono di circa 30-40 minuti e il costo si aggira attorno ai 10€ a persona (agosto 2021). Vi consiglio di consultare tratte ed orari sul sito di Direct Ferries e di prenotare i biglietti con un po’ di anticipo (soprattutto in alta stagione). Noi abbiamo viaggiato con la compagnia Fast Ferries, con cui ci siamo trovati bene nonostante la partenza ritardata (un classico in estate).
Come ad Amorgos, anche a Tinos è consigliabile muoversi in macchina. L’isola è montuosa e i villaggi sono piuttosto piccoli e distanti fra loro, per cui è necessario dotarsi di un mezzo per gli spostamenti. Noi ci siamo affidati a Move Rentals, da cui per circa 50€ al giorno abbiamo noleggiato una Fiat Panda davvero ben tenuta e con franchigia bassa.
Le condizioni delle strade di Tinos sono piuttosto buone, sebbene attraversino i monti e ci siano tantissimi tornanti. Nelle ore notturne però sono buie ed è comune imbattersi nelle capre selvatiche che pascolano indisturbate, per cui prestate molta attenzione. Tenete anche bene a mente che le tratte sono lunghe, per cui armatevi di pazienza e godetevi il panorama lungo il tragitto.

Lavorazione del vimini a Volax
COSA VEDERE A TINOS
Inizierei col dire che Tinos è un’importante meta di pellegrinaggio per i greci ortodossi, con la sua chiesa Panagia Evangelistria dove si trova la statua della Vergine Maria, Nostra signora di Tinos, ovvero la santa patrona della Grecia, ricoperta di gioielli e gemme preziose.
Tinos è altresì famosa per i suoi villaggi dormienti, che sono oltre cinquanta, e per le sue spiagge selvagge. Insomma, una meta autentica in cui non serve seguire alcun itinerario prestabilito ma solo lasciarsi guidare dal vento e dalle sensazioni. Il mio consiglio è di rimanere sull’isola almeno 3 o 4 giorni.
I villaggi
Ad accogliervi una volta approdati a Tinos c’è proprio Tinos Town, il centro nevralgico di tutta l’isola. La cittadina più grande, quella che offre più servizi e sicuramente anche quella più vivace. Qui si trova la chiesa cui accennavo prima, Panagia Evangelistria, in fondo a via Megalochari ovvero la strada principale che dal porto conduce in cima alla collinetta della Chora. Lungo questa via troverete molti negozi di articoli religiosi, ma anche una speciale passerella-tappeto lungo cui i fedeli avanzano in ginocchio, pregando, in occasione della festa dell’Assunzione il 15 di agosto (noi abbiamo assistito al pellegrinaggio anche nei giorni seguenti): uno spettacolo quanto meno suggestivo.
La chiesa, in verità, è un complesso ben più ricco che include anche uno spettacolare cortile porticato: noi lo abbiamo visitato alla sera, godendo del silenzio e della spettacolare illuminazione degli esterni.
Volax, piuttosto vicino a Tinos Town, è un peculiare villaggio che conta appena 50 abitanti. Già il viaggio per raggiungerlo è degno di nota: il paesaggio lunare con enormi massi di granito che circondano Volax è difatti unico nel suo genere. In quanto al villaggio, è decisamente minuscolo ma grazioso: sui muri bianchi delle case appaiono i versi del poeta Katzantzakis, inconiciati da coloratissime bouganvillae, ed è possibile ammirare ciò che resta di antiche botteghe artigiane.
Ciò che invece potete apprezzare tutt’oggi è la lavorazione del vimini, che con un po’ di fortuna vedrete intrecciare a qualche anziano abitante. Vi segnalo anche di dare un’occhiata al negozietto di Eros: un artigiano eclettico che ci ha ammaliati con i suoi dipinti e le sue creazioni in ceramica ispirate dalle bellezze dell’isola.
Pyrgos, forse il più grande tra i villaggi di Tinos, è una vera chicca: è qui che abbiamo alloggiato, da Ioanna’s (che vi suggeriamo per la posizione strategica all’interno del villaggio e per la disponibilità e gentilezza dei proprietari). Il marmo la fa da padrone a Pyrgos ed è praticamente ovunque nel dedalo di viuzze di questo paesino arroccato. Non è un caso, infatti, che proprio qui si trovino il museo del marmo e la casa natale del famoso scultore greco Giannoulis Chalepas. Nella piazza cittadina svetta un grande platano e tutt’attorno sorgono la maggior parte dei locali e dei negozietti artigiani, tra cui anche uno di antiquariato. Di sera l’atmosfera si accende e c’è un bel vociare: non perdete l’occasione di cenare qui, ma prenotate per tempo o arrivate di buon’ora.
A nord di Pyrgos vi segnalo anche Panormos, una stretta lingua di case bianche a ridosso del porto con tanti ristorantini vista mare. Carino per una passeggiata nel tardo pomeriggio, quando il sole cala per lasciare spazio alla sera.
Ad Arnados, invece, si trova il Monastero Kechrovouni: un complesso di casette individuali, una biblioteca, chiese e locali religiosi davvero peculiare… un mini villaggio a tutti gli effetti, con arcate, viuzze pavimentate in marmo e una muraglia esterna. Se decidete di visitarlo, però, dovrete essere ben coperti (le monache sono molto rigide). Anche a Loutra è possibile visitare un altro monastero, quello delle Orsoline, ormai dismesso ma ben conservato e gestito con passione dalle volontarie (visite guidate in inglese o francese). Fino al 1980, il convento ospitava infatti una scuola elementare e secondaria per ragazze appartenenti a famiglie benestanti di tutta la Grecia.
Un simbolo di Tinos sono senza dubbio le colombaie (peristeriones) in ardesia e calcare: ce ne sono centinaia su tutta l’isola, risalgono alla dominazione veneziana e con gli anni hanno anche influenzato l’architettura generale, che spesso ne ripete i motivi geometrici sulle facciate delle case. Venivano originariamente usate per allevare i piccioni, appunto, che erano considerati simbolo di amore e pace. Il piano terra serviva come cantina per i prodotti agricoli e ripostiglio degli attrezzi, mentre la parte superiore come nido delle colombe. Alcune sono tutt’oggi in funzione. Vi consiglio di raggiungere il villaggio di Tarambados per osservarne di bellissime, oppure il villaggio di Kambos per una veduta panoramica d’insieme.
Tra gli altri villaggi dell’isola di Tinos vi consiglio anche Falatados, piccolo ma affascinante e con un caffè frequentatissimo proprio di fronte alla chiesa. Ma anche Isternia, da cui godere di una vista bellissima sulla baia all’ora del tramonto. Isternia si estende fino a valle, dove consigliamo di fare un salto per un pranzo veloce e senza pretese al bar-taverna sul molo, dove con l’alta marea o il mare mosso l’acqua arriva fino ai tavoli. Poi c’è Kardiani, molto verde e pittoresco, che sorge sulla scogliera. Questo villaggio è percorribile solo attraverso tante scalinate strette e offre una bella vista sul mare sia dalla piazzetta che dallo spiazzo della chiesa. Kardiani è molto suggestiva di sera, in un gioco di luci, ombre e silenzi.
- Isternia
- Vista sulla baia di Isternia
Le spiagge
Come accennato, le spiagge a Tinos sono da esplorare. Ce ne sono davvero per tutti i gusti, ma la scelta è sempre un po’ dettata dal vento. Durante il nostro breve soggiorno, purtroppo, non siamo stati fortunatissimi…
Al nord ci sono le spiagge più belle (ad esempio Kolimbithres, con le sue acque cristalline), ma se il Meltemi soffia forte è quasi impossibile pensare di trattenervisi. Nella zona centrale invece, come ad Isternia o ad Agios Romanos, le spiagge sono solitamente riparate anche quando il vento è impetuoso. Per le famiglie, infine, sono ideali le spiagge attrezzate a ridosso della Chora. Il mio suggerimento è quello di scegliere sul momento dove trascorrere la giornata e di lasciarsi un po’ ispirare dall’istinto.
DOVE E COSA MANGIARE A TINOS
- Dolmes
- Melitzanosalata
Tinos è famosa per la sua tradizione culinaria e difatti possiamo affermare di aver mangiato bene un po’ ovunque. Vi segnalo però alcune taverne che ci hanno colpiti più di altre per l’eccellente rapporto qualità prezzo:
- Maḯstros, a Panormos: per un’eccellente grigliata di pesce freschissimo vista mare (forse la cena più costosa del viaggio, ma ne è valsa la pena);
- Taverna Μαλαματένια (Malamatemia), a Tinos Town: per un primo approccio alla cucina isolana. Si trova proprio nel centro storico ed è tipica anche nell’arredamento. Qui abbiamo assaggiato del formaggio locale, polpette al sugo e la mitica gemistà (pomodori e peperoni ripieni di riso).
- Taverna Υστέρνια (Ta Ysternia), a Isternia: per cenare al tramonto con vista sulla baia. Se passate da queste parti ricordate di ordinare le frittelle di zucchine (kolokythokeftedes), la melanzana infornata al pomodoro e feta (imam) e la vlita (amaranto bollito). Le frittelle si sciolgono letteralmente in bocca! Mai mangiate di così buone…
- Kafenio Tis Kyra Lenis (Παραδοσιακό καφενειο Κυρα ‘Λενης), nei pressi del monastero delle Orsoline di Loutra: per un pranzo veloce ma abbondante. Ambiente e servizio spartani, ma cibo ottimo. Abbiamo mangiato dakos (una sorta di frisella d’orzo con pomodoro e feta), dolmes (involtini di riso ed erbe in foglie di vite) e melitzanosalata (patè di melanzane).
- Formaggio di Tinos
- Melanzane imam
- Frittelle di zucchine
- Vlita
Tra le altre specialità dell’isola appuntatevi sicuramente il galatkobureko (ovvero una sorta di sfogliata dolce ripiena di crema cotta e intrisa di sciroppo di zucchero), il savori (ovvero un mix di aromatiche, che noi abbiamo acquistato fuori dal monastero di Arnados), il miele di timo e le foglie di capperi sott’olio. A Tinos è presente anche un piccolo birrificio artigianale (Nissos).
PERCHÉ SCEGLIERE TINOS
Tinos incarna perfettamente la lentezza greca, accoglie tutta la bellezza, i sapori e i profumi del Mediterraneo e li dona senza riserve ma senza pretese. Un’isola che in pochi sapranno apprezzare realmente. Dura, ma bellissima e ricca di poesia. Lasciatevi alle spalle l’universo glamour di Mykonos e abbracciate un po’ di Grecia autentica, con i suoi panorami mozzafiato e il canto delle cicale al sole cocente di mezzodì.
- Piazza di Pyrgos
- Panormos
Foto e copyright: Sara Guida, 2021.